Annuncio di Quaresima 2016
Il giardino e la casa di Dio sono un luogo meraviglioso
Circondato però da una grande immensa foresta, oscura e
intricata.
Da sempre, gli uomini che partono per arrivare alla
casa di Dio devono affrontarla.
Ci vuole molto coraggio e forza d'animo, ma uomini e
donne partono ininterrottamente per il grande pellegrinaggio, il più importante
della vita.
Anche questi ragazzi decisero di partire.
Abbracciarono la mamma e il papà e si incamminarono.
Era bello camminare, nel sole e nel vento.
I campi profumavano di fiori colorati. Le prime
colline e le vallate verdi fornivano una dolce compagnia.
Ma ben presto la strada sprofondò in una palude
melmosa, tra alberi contorti e grovigli spinosi. I ragazzi erano stanchi e
affamati.
Arrivò la notte e avanzare divenne doloroso. Non
c'erano più punti di riferimento. Inciamparono più volte, strisciarono contro
cortecce ruvide, si graffiarono il volto e le mani.
Lorenzo:
“Guarda come cammina Camilla, non ce la farà mai!”
Alessandro:
“Si è messa
delle scarpe sbagliate. Lei vuole sempre essere la più bella!”
Giudicare gli altri è facile, spesso lo facciamo con
leggerezza senza pensare a quanto le parole possono far male ai nostri
fratelli.
Camilla:
“Me le ha regalate mia sorella
…a me
neppure piacciono ma…
le ho messe per farle piacere!”
i ragazzi si dispersero, non erano più uniti. A causa
di ciò il loro cammino era divenuto ancora più difficile.
Camilla:
“Ma guarda le tue di scarpe! Non
ti voglio più vedere!”
Gesù ci chiede di perdonare chi ci offende.
Non è facile, certo. Ma Lui ci ha dato l’esempio per
primo, perdonando coloro che lo hanno messo in croce.
Con le orecchie tese tentavano invano di percepire qualche rumore. Niente. Solo silenzio e oscurità.
Sembrava che ormai tutto fosse perduto, poi, improvvisamente, videro una luce
Un puntino, soltanto, ma bastò a ridargli coraggio e
speranza.
Come ipnotizzati, senza sentire più la fatica, si
diressero verso la piccola luce.
Una
piccola lanterna era appesa alla porta di una capanna.
Bussarono con le ultime forze.
Un uomo aprì la porta e li invitò ad entrare.
Sacerdote:
«È facile smarrirsi da queste parti. Sedetevi, vi preparo qualcosa
da mangiare. Poi, potrete dormire qui. Dove siete diretti?».
Sofia:
«Alla casa di Dio. Ma cominciamo a pensare che sia
impossibile».
Sacerdote: «No. È sufficiente conoscere la via».
Francesco:
«Tu la conosci?».
Sacerdote: «Sì. E sono qui per indicarla.
Ascoltate.
Gli uomini decisero che arrivare alla casa di Dio era la cosa più importante che potessero fare. Come avete sperimentato voi stessi, la strada è difficile.
Gli uomini decisero che arrivare alla casa di Dio era la cosa più importante che potessero fare. Come avete sperimentato voi stessi, la strada è difficile.
E questa
foresta che circonda il giardino della casa di Dio è fitta e nera, anche di
giorno.
Gli uomini non si persero di coraggio e si misero alla ricerca di un passaggio, una pista.
Gli uomini non si persero di coraggio e si misero alla ricerca di un passaggio, una pista.
Alcuni
trovarono degli indizi, certe pietre particolari, certi alberi che facevano
pensare al giardino di Dio e si accontentarono. Pensarono che poteva anche
essere sufficiente.
Inghirlandarono
le pietre e si inventarono delle feste. Ma la strada era ancora lunga.
Altri si
aprirono piste nella parte più intricata e si sentirono molto vicini al
giardino di Dio.
Erano
talmente sicuri di essere arrivati che cominciarono a proclamare che la loro era
l'unica via possibile per arrivare alla casa di Dio. Vollero obbligare altri a
seguirli, ma questi si ribellarono.
Scoppiarono
guerre sanguinose...
si ammazzavano per dimostrare che la loro via
era la migliore per arrivare a Dio!
E non è
finita.
Alcuni
rinunciarono,
altri si
misero a proclamare che quella ricerca era assurda e non c'era nessun giardino
di Dio da nessuna parte.
La
maggioranza continuava a cercare a tentoni...».
Matteo:
«Ma nessuno è riuscito ad arrivare alla casa di Dio?».
Sacerdote
«Successe
una cosa straordinaria. Nel suo giardino di meraviglie, Dio aspettava. E anche
se non si può dire di Lui, si stancò. Aveva fatto quel magnifico giardino per
gli uomini e quelli non arrivavano. Allora mandò suo Figlio, simile a Lui in tutto,
a prenderli.
Il
Figlio di Dio venne con una piccola lampada per segnalare la via più breve.
Era una
luce esile. Molti, accecati dalla loro verità e dalla superbia, non la videro
neppure. Eppure brillò sulla Terra, una notte.
Da
allora i cercatori di Dio conoscono la strada, basta seguire Gesù.
E chi
riesce a raggiungere il giardino prova una grande gioia.
Certi
uomini cercarono di spegnere quella luce. Ma nulla si può contro il Figlio di
Dio e la luce continuò a brillare.
Il mio
compito è di tenerla accesa e indicare la strada e ora sarà anche compito
vostro!
L’uomo
consegnò ai ragazzi un libro e questi,
si sedettero e cominciarono a leggere…
In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto.
Il Signore del giardino lo amava
più di tutti gli altri alberi.
Anno dopo anno, il bambù cresceva e si
faceva robusto e bello. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.
Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: “Caro
bambù, ho bisogno di te”.
Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato
creato e disse, con grande gioia: “Signore, sono pronto. Fa' di me l'uso
che vuoi”.
La voce del Signore era grave: “Per usarti devo abbatterti! ”
Il bambù si spaventò: “Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi
del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma
per favore, non abbattermi”.
“Mio caro, bambù”, continuò il Signore, “se non posso abbatterti, non
posso usarti”.
Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di
soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò:
“Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi”.
“Mio caro bambù”, disse ancora il Signore, “non solo devo abbatterti, ma
anche tagliarti i rami e le foglie”.
“Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e
le foglie! ”.
Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando,
il bambù disse fiocamente: “Signore, tagliali”.
“Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e
strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti”.
Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: “Signore, spacca e strappa”.
Così il Signore del giardino abbatté il bambù,
Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: “Caro
bambù, ho bisogno di te”.
Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato
creato e disse, con grande gioia: “Signore, sono pronto. Fa' di me l'uso
che vuoi”.
La voce del Signore era grave: “Per usarti devo abbatterti! ”
Il bambù si spaventò: “Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi
del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma
per favore, non abbattermi”.
“Mio caro, bambù”, continuò il Signore, “se non posso abbatterti, non
posso usarti”.
Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di
soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò:
“Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi”.
“Mio caro bambù”, disse ancora il Signore, “non solo devo abbatterti, ma
anche tagliarti i rami e le foglie”.
“Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e
le foglie! ”.
Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando,
il bambù disse fiocamente: “Signore, tagliali”.
“Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e
strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti”.
Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: “Signore, spacca e strappa”.
Così il Signore del giardino abbatté il bambù,
tagliò i rami e le foglie,
lo spaccò in due e gli estirpò il cuore.
lo spaccò in due e gli estirpò il cuore.
Poi lo portò dove sgorgava una fonte
di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità.
Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e
diresse l'altra verso i campi inariditi.
La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e
raggiunse i campi.
Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e
diresse l'altra verso i campi inariditi.
La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e
raggiunse i campi.
Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo.
Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto
e distrutto.
Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava
nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un
canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.
Noi la chiamiamo “sofferenza”. Dio la chiama “ho bisogno di te”.
Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto
e distrutto.
Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava
nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un
canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.
Noi la chiamiamo “sofferenza”. Dio la chiama “ho bisogno di te”.
Camilla:
“Ragazzi
ho capito!
per
raggiungere il giardino dobbiamo seguire la strada della misericordia!”
“Misericordiosi
come il Padre!”
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