Inno alla Carità (Prima lettera ai
Corinzi)
Se anche parlassi
le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la
carità,
sarei un bronzo
risonante o un cembalo che tintinna.
Se avessi il dono
della profezia
e conoscessi tutti
i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la
fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la
carità,
non sarei nulla.
Se distribuissi
tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio
corpo per essere arso,
e non avessi la
carità,
non mi gioverebbe a
nulla.
La carità è
paziente,
è benigna la
carità;
la carità non
invidia, non si vanta,
non si gonfia, non
manca di rispetto,
non cerca il
proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del
male ricevuto,
ma si compiace
della verità;
tutto tollera,
tutto crede,
tutto spera, tutto
sopporta.
La carità non verrà
mai meno.
Le profezie
scompariranno;
il dono delle
lingue cesserà, la scienza svanirà;
conosciamo infatti
imperfettamente,
e imperfettamente
profetizziamo;
ma quando verrà la
perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.
Quando ero bambino,
parlavo da bambino,
pensavo da bambino,
ragionavo da bambino.
Da quando sono
diventato uomo,
ho smesso le cose
da bambino.
Adesso vediamo come
in uno specchio, in modo oscuro;
ma allora vedremo
faccia a faccia.
Ora conosco in
parte, ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente
sono conosciuto.
Ora esistono queste
tre cose: la fede, la speranza e la carità;
ma la più grande di
esse è la carità.
PAOLO DI TARSO
PAOLO PERSEGUITATORE
Paolo, il cui nome ebraico era Saulo,
nacque a Tarso, in Cilicia (attuale Turchia), intorno al 10 d.C.
Conosceva molto bene la Bibbia e, come molti del
suo tempo, non credeva a Gesù figlio di Dio morto e risorto, così perseguitava
i cristiani… Fu presente persino alla lapidazione di Stefano e aveva custodito
i mantelli di chi lo lapidava. Saulo inoltre infieriva contro la Chiesa : entrava nelle case,
trascinava fuori uomini e donne e li faceva mettere in prigione. Minacciava
anche i discepoli del Signore e faceva di tutto per farli morire.
Ma un giorno, mentre stava partecipando ad
una nuova spedizione contro i cristiani, gli accadde un fatto molto speciale: avvenne che, mentre era in viaggio e stava
per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli
diceva: « Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ». Rispose: « Chi sei, o Signore?
». E la voce: « Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella
città e ti sarà detto ciò che devi fare ».
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti,
sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli
occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco
dove rimase tre giorni senza vedere (…)
A Damasco viveva un cristiano che si
chiamava Anania. Il Signore in una visione gli disse di andare nella via che è
chiamata Diritta, entrare nella casa di Giuda e cercare un uomo di Tarso
chiamato Saulo.
Allora
Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: « Saulo, fratello
mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la
quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo ». E
improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista;
fu subito battezzato.
(Dagli
Atti degli Apostoli 9,1-19)
Rimase
alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle
sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si
meravigliavano e dicevano: « Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme
infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente
per condurli in catene dai sommi sacerdoti? ».
Trascorsero
così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; Essi
facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per
sopprimerlo; ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere
dalle mura, calandolo in una cesta.
Venuto
a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di
lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora Bàrnaba lo prese con
sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva
visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con
coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva a
Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore (…)
(Dagli
Atti degli Apostolo 9, 20-30)
Dopo non fu più l’uomo di
prima, ma usò lo stesso ardore, per predicare e propagandare il cristianesimo
preso molti popoli pagani, e per questo, si meritò il titolo di “Apostolo delle
genti”. Paolo fu infaticabile, annunciò il Vangelo anche in mezzo a difficoltà
e persecuzioni. Si faceva, spesso, accompagnare da alcuni discepoli oppure
andava da solo nelle sue imprese missionarie.
Dovunque andava
fondava delle comunità, le sosteneva con le sue parole e la sua testimonianza e
quando ripartiva lasciava delle persone di fiducia per occuparsene, poi
rimaneva in contatto con loro attraverso delle lettere.
Il suo primo
viaggio lo fece nelle regioni dell’Asia Minore insieme a Barnaba.
Nel secondo
viaggio si recò in Macedonia e in Grecia e nel terzo ritornò in
queste comunità. Poi raggiunse Gerusalemme dove venne rinchiuso in prigione dai
Romani, sotto suggerimento degli Ebrei che ormai lo consideravano un nemico
pericoloso. Per sfuggire agli Ebrei, Paolo, che era cittadino romano, si
appellò all’imperatore e venne inviato a Roma. Qui incontrò Pietro che
viveva nella città già da un po’ di tempo.
Morì decapitato a Roma durante la
persecuzione di Nerone contro i cristiani.
Dal Capitolo 9
[1]Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote [2]e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. [3]E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo [4]e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». [5]Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! [6]Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». [7]Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. [8]Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, [9]dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
[10]Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e
il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!».
[11]E il Signore a lui: «Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella
casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, [12]e ha
visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché
ricuperi la vista». [13]Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho
udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme.
[14]Inoltre ha l'autorizzazione
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